Venchiaredo, specialista nei formaggi molli

Stracchino e crescenza sono fra i prodotti di punta di questa società. La cooperativa di recente è entrata a far parte di Granlatte. E il 72,4% della spa è di Granarolo

Venchiaredo
Allevatori con famiglie a Venchiaredo, in occasione di un evento Porte Aperte .

È il primo produttore italiano di stracchino per la private label e il terzo produttore in assoluto. Una realtà florida, fortemente ancorata al territorio friulano, cui deve anche il nome: Venchiaredo.
Venchiaredo è il nome di una sorgente che ha origine a Ramuscello di Sesto al Reghena, paese della bassa pianura friulana, in provincia di Pordenone, sorgente che è stata resa celebre da Ippolito Nievo nelle sue “Confessioni di un Italiano”.   La sede della società è situata a Ramuscello di Sesto al Reghena.
Conosciamo più da vicino questa interessante realtà, contraddistinta da una filiera corta, che garantisce pochi passaggi tra chi produce e chi consuma e che si pone come uno dei principali gruppi dell’agroindustriale a capitale italiano, intervistando il suo presidente Alessandro Driussi.

Presidente Driussi, quali parole sceglierebbe per presentare Venchiaredo?

I nostri pilastri sono tre: filiera, sostenibilità ed efficienza. Il presidio della filiera ha per Venchiaredo un valore etico e strategico: la filiera è la base della nostra proposizione di valore, un driver prezioso perché non riproducibile, garanzia assoluta di elevati standard di sicurezza.

Alessandro Driussi, presidente della Venchiaredo spa.

Una filiera che nasce dal territorio e dalle nostre 54 famiglie di allevatori che conferiscono la materia prima per i nostri formaggi e che ci consentono di portare sulla tavola degli italiani prodotti sani e genuini.

C’è poi la sostenibilità, perché per noi il territorio e la società vanno preservati, poiché solo così si può dare origine ad uno sviluppo positivo che sia in grado di assicurare un futuro non solo a noi ma anche alle generazioni future. Infine, l’efficienza, con la nostra continua ricerca di innovazione e di miglioramento dei processi aziendali.

Partiamo dalla storia. Quando e come nasce la cooperativa?

La cooperativa è nata nel 1968 grazie alla volontà di 200 allevatori friulani a cavallo tra le province di Pordenone e di Udine e del Veneto Orientale, che decisero di unire le proprie forze per valorizzare maggiormente la materia prima latte e diventare più competitivi sul mercato. Venchiaredo ha radici profonde nell’ambiente e nella società in cui è nata. Il nome della cooperativa fu scelto proprio come emblema di una produzione che intende richiamarsi ai gusti e ai sapori della terra friulana. Da piccola realtà direi quasi artigianale, l’azienda è riuscita a diventare un punto di riferimento dell’agroalimentare friulano e poi nazionale.

A che cosa si deve questo grande balzo in avanti?

La crescita della società è tutta da imputarsi alla decisione di specializzarsi nella produzione di formaggi molli (stracchino e crescenza) e alla scelta di operare per conto terzi.

 

Collaboratori di Venchiaredo spa in occasione della festa per i 50 anni della società.

Negli anni ’90 Venchiaredo è stata infatti una delle prime aziende del settore a specializzarsi nella lavorazione per conto dei principali marchi della grande distribuzione nazionale ed estera. Abbiamo iniziato così un percorso virtuoso contraddistinto da una tale crescita dimensionale che ha reso ben presto necessaria una rivisitazione degli assetti societari.

Che tipo di evoluzione avete avuto?

Nel 2005 si è aperto per noi un nuovo percorso. Consapevoli della necessità di affrontare mercati sempre più globalizzati ed esigenti, abbiamo deciso di strutturarci in due realtà distinte e sinergiche: la cooperativa Venchiaredo, che si occupa del settore primario e della produzione di latte, gestendo anche il rapporto con i soci produttori, e la Venchiaredo spa, a cui fa capo invece la trasformazione e commercializzazione del prodotto finito.

L’inaugurazione dell’impianto di cogeneratore. L’impianto di cogenerazione è stato inaugurato nell’ottobre del 2017, con un investimento complessivo di un milione e 40 mila euro. Ha una potenza di 635 kilowatt, è alimentato a gas metano ed è in grado di coprire l’87% del fabbisogno elettrico dello stabilimento. Vengono prodotti anche acqua calda e vapore, i quali alimentano le utenze della fabbrica dove avvengono i processi termici. L’utilizzo del cogeneratore consente un risparmio annuo di circa 450 tep (tonnellate equivalenti di petrolio) ed evita l’immissione in atmosfera di circa mille tonnellate annue di anidride carbonica.

La nostra realtà è via via diventata sempre più grande e nel 2010 ha fatto il suo ingresso in Venchiaredo la Emmi Holding spa, filiale italiana della multinazionale lattiero-caseario svizzera, uno dei leader del settore a livello internazionale. Un’operazione che ha consentito a Venchiaredo di rafforzare ulteriormente la propria posizione nel mercato lattiero-caseario grazie alla forza commerciale e distributiva della società svizzera. Qualche anno dopo, nel 2016, è entrato come socio anche la Friulia spa, la finanziaria della regione Friuli Venezia Giulia, un ingresso funzionale alla creazione e allo sviluppo di nuove strategie di business.

È questo adesso il vostro attuale assetto?

La vera svolta è avvenuta nel 2017 con l’acquisizione da parte di Granarolo spa delle quote societarie che erano di proprietà della Emmi Holding Italia e successivamente anche quelle della Cooperativa Venchiaredo, che è entrata a far parte della cooperativa Granlatte. Con l’ingresso di Granarolo, Venchiaredo ha aumentato la propria presenza commerciale ed è diventata uno dei principali player del comparto, essendo il polo dei formaggi molli del gruppo bolognese. Al 31 dicembre 2019 la composizione societaria della nostra spa è la seguente: Granarolo (72,4%), Fondosviluppo (10,7%), Coopfond (10,7%), Parmalat (3,3%), Finanziaria regionale Friulia (2,9%).

Il vostro quartier generale è rimasto sempre lo stesso?

Sì, assolutamente. Gli ingressi di nuovi soci hanno comportato solo alcuni cambiamenti negli assetti della nostra filiera produttiva e di lavorazione. Il latte che lavoriamo è quello dei soci della cooperativa Venchiaredo e della cooperativa Granlatte, già presente con alcuni soci nel territorio friulano. I nostri formaggi vengono sempre prodotti nel nostro stabilimento d’origine, che ha sede a Ramuscello, a Sesto al Raghena. Esteso su un’area coperta di 8.000 metri quadri, dispone di una tecnologia assolutamente all’avanguardia, che corrisponde a quanto di meglio si possa trovare a livello internazionale in termini di automazione e innovazione di processo in ambito caseario. Lo stabilimento, che dal 2007 ospitava un nuovo impianto completamente automatizzato, è stato totalmente rinnovato tra il 2013 e il 2014, con la realizzazione del nuovissimo reparto per il confezionamento dello stracchino ad elevato livello di automazione. Sono state adottate le migliori soluzioni in ambito di sistemi di condizionamento, filtrazione, igienizzazione e compartimentazione.

A quanto ammontano complessivamente gli investimenti per questi nuovi moderni impianti?

Abbiamo investito, anche grazie a due progetti finanziati dal Psr, più di 20 milioni di euro nel periodo 2006-2017, che ci hanno consentito di diventare per innovazione e tecnologia una delle realtà più all’avanguardia a livello internazionale nel settore lattiero-caseario. Con un primo PIF (Progetto Integrato di Filiera), sono state ben quindici le aziende zootecniche partecipanti che hanno potuto attivare misure per il rinnovamento di strutture, infrastrutture e impianti.

Due immagini della linea produttiva dello stracchino.

Venchiaredo

In considerazione degli ottimi risultati conseguiti, abbiamo deciso di partecipare anche a un nuovo Progetto integrato di filiera nel Psr 2014-2020, insieme ad altre sei aziende socie di allevatori, che prevede azioni finalizzate all’incremento della capacità produttiva, al potenziamento dell’attività di commercializzazione, al miglioramento della qualità del prodotto e delle condizioni di igiene e di benessere degli animali.

Tornando alla vostra filiera produttiva di base, che cos’è che maggiormente contraddistingue la vostra produzione?

In primo luogo il legame con il territorio friulano, che caratterizza la nostra filosofia produttiva che vede nella qualità della materia prima, nel latte di origine regionale e nel controllo della filiera i principali asset aziendali. Le cooperative attualmente conferiscono il latte dei soci allevatori, di questi il 25% sono allevatori certificati alta qualità, che producono il 40% del latte che viene raccolto. L’alta qualità del latte prodotto deriva non solo dalla razza pezzata rossa italiana, che da secoli viene allevata nel Friuli Venezia Giulia, ed è la tipologia di vacca più diffusa nelle stalle dei soci, ma anche dall’attenta selezione di mangimi e foraggi che per buona parte (80%) vengono prodotti nelle stesse aziende agricole degli allevatori della cooperativa.

Un operatore mentre controlla il lavoro del nastro coagulatore.

I produttori di latte si impegnano inoltre a rispettare le severe disposizioni che richiedono la prova dell’osservanza delle esigenze ecologiche e a rinunciare all’uso di mangime genericamente modificato. Questa cura per la qualità della materia prima ha spinto Venchiaredo spa a ridurre nell’ultimo triennio il numero già molto limitato dei fornitori di latte non soci.
Oggi le cooperative Venchiaredo e Granlatte sono fornitrici pressoché uniche di materia prima alla Venchiaredo spa e solo l’8% proviene da aziende non socie.
Ci tengo inoltre a evidenziare come la distanza massima dei nostri allevamenti dallo stabilimento di produzione non supera i 90 chilometri e che ogni anno i nostri prodotti vengono sottoposti ad oltre 17mila controlli analitici presso i nostri due laboratori interni.

Quali sono i quantitativi di latte che lavorate? E quali i quantitativi di prodotto trasformato?

Nell’ultimo triennio i dati di produzione del latte hanno registrato un trend positivo con un valore della produzione che nel 2019 ha superato i 32 milioni di euro. Nel 2019 abbiamo prodotto 8,5 milioni di chili di stracchino, il nostro prodotto principe.

Da cosa è composta la vostra offerta produttiva?

Nel corso degli anni la nostra offerta è cresciuta in modo significativo, attraverso un processo di diversificazione all’interno della categoria stracchino, che ci ha visti seguire o addirittura anticipare in molti casi i trend di mercato. Per essere sempre al passo con le nuove esigenze e adeguare in tal senso anche i nostri prodotti, monitoriamo costantemente il mercato organizzando frequenti panel di analisi sensoriali.

David Allegro, presidente della cooperativa Venchiaredo, con Gianpiero Calzolari, presidente Granarolo.

Oggi la nostra produzione di stracchino copre un assortimento di prodotti che vanno dai più classici a quelli in linea con le nuove esigenze dei consumatori sempre più interessati a prodotti leggeri: attualmente la nostra gamma include 9 diverse tipologie di stracchino – dal classico, all’alta qualità, passando per il biologico, il light e il senza lattosio, oppure con meno sale – e una estesa disponibilità di formati (ben 19, dal 60 grammi al box fino ai 400 chilogrammi). Particolarmente ampia anche la nostra tipologia di packaging (vaschette e incarti) che ci consente di soddisfare le esigenze di tutti i segmenti di clienti che rappresentano il mercato dello stracchino.

Avendo come interlocutore privilegiato la grande distribuzione, il packaging riveste per voi una grande attenzione. È così?

Assolutamente. Nel 2015 abbiamo iniziato a collaborare con un ingegnoso fornitore di soluzioni per l’imballo e a sviluppare l’originale sistema ‘apri e chiudi’ per i formaggi molli, una confezione che facilita l’apertura del prodotto senza sporcarsi le mani e ne consente la richiusura in modo ermetico fino ad un massimo di 24 volte. Un packaging che ci è valso nel 2015 l’Oscar dell’imballaggio, il contest promosso dall’Istituto Italiano Imballaggio che dal 1957 premia i migliori packaging progettati in Italia o commercializzati sul territorio nazionale. Il nostro sistema ‘apri e chiudi’ consente di riporre in frigorifero lo stracchino avanzato con la massima sicurezza aumentandone quindi la durata ed ha pertanto anche una valenza educativa, dal momento che prolungare il tempo di consumo di un prodotto aiuta a prevenire lo spreco alimentare domestico. Inoltre la confezione che oggi ospita lo stracchino è composta per il 50% da materiali riciclati.

La grande distribuzione organizzata è rimasta il vostro principale sbocco di mercato?

Assolutamente sì, la nostra produzione è destinata principalmente alla private label (gdo e discount). Abbiamo stipulato con la Granarolo un contratto di concessione di vendita che ne fa il nostro unico cliente. Con questa azione i prodotti Venchiaredo possono beneficiare degli importanti canali di distribuzione della Granarolo. Il brand Venchiaredo, che esprime appieno i valori di filiera integrata di materia prima locale di territorio, sta parallelamente crescendo sul territorio regionale con l’obiettivo di diventare marchio di riferimento nel settore stracchino per il consumatore friulano. Parallelamente Granarolo diventa il marchio con il quale i prodotti di Venchiaredo varcano i confini regionali e conquistano il mercato nazionale.

Commercializzate anche all’estero la vostra produzione?

Per ora no, operiamo quasi esclusivamente nel mercato italiano, anche se stiamo valutando la possibilità di iniziare ad approcciare alcuni mercati internazionali.

Quanto siete attenti alla sostenibilità ambientale?

Abbiamo prestato da sempre la massima attenzione alla dimensione sostenibile del nostro modello di business, con un approccio che va dall’acquisizione della materia prima, alla gestione dei processi aziendali fino alla realizzazione del prodotto finito, con uno sguardo che arriva anche alla fase del consumo.

L’allevamento di una delle aziende agricole associate.

Il nostro impegno ambientale ha trovato una sua concretezza in azioni che si sono consolidate nel tempo, frutto di un impegno strategico e crescente. Cominciando dalla fase primaria, la nostra produzione si fregia del marchio Aqua, che è garanzia di qualità del prodotto in una logica di filiera locale, certificata dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il marchio Aqua prevede un approccio sostenibile che si traduce in una grande attenzione all’ambiente e al benessere animale, nell’attuazione di pratiche agronomiche che consentono di ridurre significativamente l’uso di fitofarmaci e fertilizzanti, nell’adozione di pratiche produttive tese a un miglioramento del territorio di produzione e a una riduzione dell’impatto produttivo totale, a tutto vantaggio dell’intero ecosistema.

Da tempo poi l’azienda ha avviato un importante percorso nel campo dell’efficienza energetica.

Certo, lo ha fatto ponendosi l’obiettivo primario dell’autoproduzione di una quota significativa dell’energia elettrica necessaria al fabbisogno del proprio stabilimento. Nel 2017 abbiamo compiuto un passo molto importante per la sostenibilità ambientale avviando un impianto di cogenerazione in grado di coprire l’87% del fabbisogno elettrico e di produrre acqua calda e vapore che alimentano le utenze della fabbrica.
Il nostro impegno ambientale si trasferisce inoltre lungo la filiera fino al consumatore finale: il packaging ‘apri & chiudi’, oltre a costituire come già ricordato una innovazione importante sul fronte dello spreco alimentare, ha anche ottenuto un riconoscimento dal Conai (Consorzio Nazionale Imballaggi) che ne ha premiato la sostenibilità ambientale.
Ma non è finita qui.

La gamma degli stracchini Venchiaredo, “Light”, “Bio”, “Classico”, in vari format

Realizziamo anche il recupero di tutti i nostri rifiuti non pericolosi, che rappresentano il 99,72% del totale dei rifiuti prodotti. Il totale dei nostri rifiuti sta registrando negli ultimi anni un andamento in progressiva diminuzione; dal 2015 al 2019 sono costantemente diminuiti tutti gli imballaggi in plastica.

Essendo Venchiaredo una realtà così legata al proprio territorio, contribuisce anche in qualche modo alla crescita e allo sviluppo dell’ambiente in cui opera?

Sì, il successo di Venchiaredo non può in alcun modo prescindere dal benessere sociale della comunità che ci circonda e in cui operiamo. Per questo motivo ci facciamo parte attiva nel sostegno alla collettività supportando numerose iniziative di tipo culturale, di sviluppo economico, sportivo e benefico. Intratteniamo inoltre da sempre ottimi rapporti con le scuole e ospitiamo numerose scolaresche durante l’anno in visita d’istruzione.

Quali sono le vostre prospettive di crescita?

Tra i nostri principali obiettivi c’è quello di rafforzare la presenza sul mercato dei nostri prodotti anche cercando nuovi target. Puntiamo a sviluppare il brand Venchiaredo attraverso specifiche azioni di marketing e di pubblicità che facciano leva sulla valorizzazione della italianità della produzione e del legame con il territorio, proseguendo anche il nostro impegno sulla sostenibilità ambientale che prevede il conseguimento della certificazione volontaria secondo lo schema Epd (Dichiarazione ambientale di prodotto) del nostro stracchino.

Dove vede la sua azienda nei prossimi venti anni?

Venchiaredo si è sempre distinta come azienda virtuosa con una grandissima capacità di innovare che trova fondamento in una cultura aziendale sempre aperta alle nuove idee. L’integrazione nella filiera Granarolo è un ulteriore passo che apre nuove prospettive per Venchiaredo. Questo spirito di condivisione e curiosità ci porta continuamente verso nuove strategie e soluzioni. Io sono convinto che anche nel futuro, le nuove sfide a cui verremo sottoposti potranno essere vinte solo se orienteremo ogni nostra decisione agli obiettivi che ricordavo in apertura: efficienza, sostenibilità a filiera. È questo il nostro percorso di eccellenza, per il quale sappiamo di poter contare sulle persone, che continuano a rappresentare il nostro vantaggio competitivo più importante.

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La cooperativa in pillole

Stabilimento: Ramuscello di Sesto al Reghena (Pordenone)
Aziende agricole associate: 54 famiglie di allevatori (40 di Venchiaredo e 14 di Granlatte).
Dipendenti: 100, tutti dipendenti, il 58% è di genere femminile.
Materia prima lavorata: 44 milioni di kg di latte lavorato (2019).
Produzione: 8,5 milioni di kg di stracchino prodotti, con 10 tipologie e 20 formati disponibili (2019).
Fatturato: 32 milioni di euro.
Presidente della Venchiaredo spa: Alessandro Driussi.
Presidente della cooperativa Venchiaredo: David Allegro.
Direttore di stabilimento: Michele Tosato
Sito web: www.venchiaredo.com
Facebook: venchiaredo

 

Venchiaredo, specialista nei formaggi molli - Ultima modifica: 2020-07-30T14:39:41+00:00 da Redazione Dairy