Latteria Santangiolina sempre più grande

Il vicepresidente Luigi Cattaneo: nel 2006 abbiamo acquisito un caseificio di Grana padano a Volta Mantovana, produceva 26mila forme l’anno. Lo abbiamo modernizzato e ampliato e ha raggiunto una capacità produttiva di 60mila forme. Con un nuovo magazzino di stagionatura della capacità di 100mila forme

Latteria Santangiolina
La stalla dell’azienda agricola Roberto Grassi, socia della cooperativa, certificata bio.

Alla soglie dei suoi primi sessanta anni di storia, la cooperativa Santangiolina Fattorie Lombarde è riuscita a cambiare pelle, evolvendo da semplice cooperativa di raccolta latte per diventare un polo di trasformazione che punta sui formaggi dop e di qualità. La sede principale della cooperativa è a San Colombano al Lambro (Mi).

La stalla dell’azienda agricola Roberto Grassi, socia della cooperativa, certificata bio.
Luigi Cattaneo, il vicepresidente della cooperativa.

Abbiamo intervistato il vicepresidente Luigi Cattaneo per conoscere più da vicino passato e presente di questa latteria lombarda.

Quando ha inizio la storia della cooperativa?

Santangiolina è stata fondata nel 1961 da un gruppo di piccoli allevatori del lodigiano ubicati nella zona di Sant’Angelo Lodigiano e San Colombano al Lambro, che lavoravano come fornitori della Centrale del latte di Milano. Negli anni i soci sono poi aumentati progressivamente, fino ad arrivare al numero di 135 soci nel 1999 e agli attuali 280 soci allevatori, di cui 245 conferenti.

Come è cresciuta la cooperativa negli anni?

La nostra compagine sociale è aumentata nel corso degli anni sia attraverso singole adesioni di soci, sia grazie ad accorpamenti di altre cooperative più piccole.

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Giorgio Fontana, direttore generale di Santangiolina Latte Fattorie Lombarde.

Tre le principali acquisizioni: la cooperativa San Martino, nella zona del magentino, la cooperativa San Fiorano nel lodigiano e la Como Latte, ultima cooperativa ad entrare in Santangiolina.
È stato a partire dal 2000 che la nostra cooperativa ha avuto una vera e propria svolta.

In cosa è consistita questa svolta?

Da quando la nostra mission ha cessato di essere quella di raccolta e commercializzazione di latte dei propri soci, intraprendendo anche la strada della trasformazione del latte attraverso la decisione di entrare a far parte di due aziende di trasformazione: la marchigiana Cooperlat Tre valli dal 1989 e la Latteria sociale di Mantova nel 2002. Santangiolina è entrata nella compagine delle due cooperative versando il capitale sociale e conferendo il latte proprio in rapporto al capitale sociale versato. Un’altra tappa significativa per la crescita dimensionale della latteria è stata l’acquisizione nel 2006 di un caseificio di Grana padano a Volta Mantovana.

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Un rappresentanza dell’azienda durante la partecipazione a Cibus 2018.

Al momento in cui lo abbiamo rilevato produceva 26.000 forme, ora che lo abbiamo modernizzato e ampliato, ha raggiunto una capacità produttiva di 60.000 forme all’anno, con un magazzino di stagionatura nuovo ed efficiente della capacità di 100.000 forme finito di costruire nel 2019.

E cosa è successo nell’ultimo decennio?

Nel 2012 abbiamo puntato sulla diversificazione dei prodotti, acquisendo un caseificio per la trasformazione di latte in burro e prodotti caseari freschi come il Taleggio, il Quartirolo e i muffettati. Attualmente Santangiolina trasforma il 40% del latte proveniente dalle stalle dei propri soci. Abbiamo preparato un piano di investimenti che ci porterà entro il 2022 a portare questa quota al 50%.

Che tipologie di investimenti avete messo a punto?

Abbiamo puntato su crescita dimensionale e innovazione attraverso la partecipazione a tre bandi regionali del Psr Lombardia, per 15 milioni di euro di investimenti complessivi (con un finanziamento al 30%), e a un bando del Ministero delle politiche agricole, presentato in filiera con la Igor di Novara.

Latteria Santangiolina
Antonio Baietta, il presidente di Santangiolina Latte Fattorie Lombarde.

Si tratta di progetti, alcuni dei quali sono già stati approvati e finanziati, come quello della Misura 4.1 del Psr Regione Lombardia. Per gli altri è prevista la realizzazione e il completamento entro il 2022.

Investimenti, nuovi spazi, crescita dimensionale. Su quali altre linee di sviluppo si è mossa la strategia di Santangiolina?

Sicuramente sul benessere animale, un vero e proprio must per la nostra cooperativa. Abbiamo già iniziato nel 2018 a certificare le nostre aziende agricole utilizzando il metodo CReNBa. Attualmente una quota che supera il 90% dei nostri allevamenti è certificata.

E sull’asset della sostenibilità come si posiziona la cooperativa?

La sostenibilità noi la intendiamo dal punto di vista sociale, economico e ambientale. Dal punto di vista sociale, possiamo senz’altro affermare che da sempre la nostra cooperativa non ha mai chiuso le porte a nessuno. Neppure al più piccolo degli allevatori della zona che magari produceva solo 100 litri di latte al giorno e nessuno più era disposto a ritirargli il latte.

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Francesco Pegoraro, casaro presso lo stabilimento di Cereta Volta Mantovana.

Sul fronte della sostenibilità economica, noi cerchiamo da sempre di onorare al meglio la nostra mission di stornare il massimo ai nostri produttori, pur facendo gli investimenti e tenendo in equilibrio i conti della cooperativa.
Per quanto riguarda la sostenibilità ambientale a cui teniamo tantissimo, lavoriamo molto nei nostri stabilimenti sull’efficienza energetica, sul recupero del calore e sulla riduzione del consumo di acqua. Abbiamo anche in corso l’ottenimento di “certificati bianchi” per l’efficienza energetica.

Latteria Santangilolina
Controllo qualità alla stalla.

Lo stabilimento di Grana Padano di Volta Mantovana è stato il primo caseificio italiano ad ottenere la certificazione Carbon footprint che riguarda la riduzione della CO2 emessa nelle varie fasi di lavorazione del Grana padano.

Passiamo ora alla situazione economica e al vostro posizionamento sul mercato. Quali sono i vostri principali canali distributivi?

Il Grana Padano prodotto da Santangiolina non arriva direttamente alla Grande distribuzione, poiché commercializziamo le nostre forme in partita ai commercianti e agli stagionatori. Le vendiamo di norma a 10 mesi, appena vengono marchiate dal Consorzio di tutela, ma stagioniamo piccole partite di forme con caratteristiche di eccellenza fino a oltre 20 mesi, contraddistinte con il bollo “Riserva” e immesse sul mercato con il marchio “Mantova 449”.

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Lo stabilimento di Cereta Volta Mantovana.

Fino a qualche anno fa non avevamo sufficiente spazio, ma ora che possiamo contare su un nuovo magazzino appena terminato che può contenere fino a 100.000 forme, siamo pronti per poter valorizzare al massimo il nostro prodotto.

E gli altri formaggi?

Affianco al Grana Padano, la restante produzione di formaggi freschi e stagionati, tra cui le tre Dop, Taleggio, Quartirolo e il Salva Cremasco, viene commercializzata direttamente alla distribuzione organizzata, con risultati che sono assolutamente soddisfacenti.

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Il paniere dei prodotti Santangiolina Latte Fattorie Lombarde.

Stanno andando discretamente bene sia in particolare i muffettati, un prodotto che in Italia arrivava per la maggior parte dalla Francia, noi abbiamo iniziato a produrli con latte italiano e al momento hanno un trend costante di crescita a due cifre. Tutti i nostri formaggi, insieme al burro prodotto in Valsassina, sono venduti con il brand Santangiolina.

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Nell’allevamento di un’altra azienda agricola socia.

Nella nostra gamma di prodotti vantiamo anche una linea di caciotte fresche e formaggi semi stagionati prodotti con latte di capra. Abbiamo infatti associati dallo scorso anno 5 allevatori che producono 200 quintali di latte di capra alla settimana, nella zona della pianura lombarda tra i fiumi Adda e Mincio.

Oltre alla grande distribuzione, dove vengono venduti i prodotti Santangiolina?

Siamo presenti anche nel canale horeca. E abbiamo inoltre due spacci di vendita diretta – uno presso la nostra sede di San Colombano al Lambro, l’altro a Volta Mantovana, nello stabilimento in cui produciamo il Grana Padano – il cui scopo è di fornire un servizio spesa completo ai nostri soci e ai cittadini locali.

A quanto ammonta attualmente il vostro fatturato?

Il nostro ultimo bilancio si è chiuso con 106 milioni di fatturato, così ripartito: abbiamo sviluppato con i nostri caseifici 30 milioni di euro, mentre con il latte venduto e conferito in cisterna abbiamo fatturato 76 milioni di euro.

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Un momento della produzione del Grana Padano dop MN 449.

Puntiamo molto sulla remunerazione della qualità latte per il produttore, abbiamo un pagamento mensile che nel 2019 ha consentito una remunerazione media della qualità di 18 euro/ tonn. di latte.

Commercializzate anche sui mercati internazionali?

Non ancora. Il nostro ingresso come trasformatori e con il nostro marchio è assai recente nella Gdo e stiamo al momento sviluppando il solo mercato italiano.

Latteria Santangiolina
Martin Sanna, il direttore industriale di Santangiolina.

Puntiamo nel breve termine ad attivare una collaborazione con le due nostre latterie consociate, Trevalli Cooperlat e Latteria sociale di Mantova, che invece esportano da anni.

Una domanda è d’obbligo e riguarda la stretta attualità legata all’epidemia Covid19. Come sta vivendo Santangiolina questo momento così delicato, specie per la vostra regione?

Siamo stati toccati subito, sin dai primi giorni dell’emergenza, avendo molte stalle conferenti in provincia di Lodi. Nonostante questo, grazie anche alle misure di sicurezza interne introdotte dal giorno dopo l’attivazione della zona rossa di Codogno, la nostra cooperativa non ha mai interrotto la produzione e conferma attualmente la sua piena operatività in tutti gli stabilimenti e nell’organizzazione della raccolta latte.

Come vi siete adeguati per fronteggiare l’emergenza?

Io sono fermamente convinto che la gravità della situazione richieda un cambio di mentalità: non bisogna mai sottovalutare i rischi e ognuno deve sentirsi responsabile non solo per sé stesso ma anche per gli altri. Credo anche che da ogni cosa negativa occorra imparare qualcosa.

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Una veduta aerea dell’azienda agricola Rota Luigi & Pietro, socia della cooperativa Santangiolina.

Noi dopo la prima fase dell’emergenza abbiamo strutturato un vero e proprio sistema di gestione rischio.
C’è un comitato interno che tiene costantemente monitorata la situazione all’interno degli stabilimenti e la corretta applicazione delle procedure stabilite. Per i nostri addetti abbiamo previsto procedure e protezioni adeguate, dall’obbligo dell’uso della mascherina all’utilizzo di igienizzanti durante la lavorazione. Abbiamo inoltre cercato di fare piccole squadre di due tre dipendenti, per evitare la presenza nella stessa stanza di più persone che potessero entrare in contatto tra di loro.

Avete avuto persone contagiate anche tra i vostri dipendenti?

No, fortunatamente non abbiamo registrato alcun caso positivo tra i nostri dipendenti, se non collaboratori che si sono messi in quarantena perché avevano avuto contatti con persone positive.

Latteria Santangiolina
Tra i soci di Santangiolina c’è anche chi fa pascolo in allevamento biologico.

Abbiamo avuto solo all’inizio dell’emergenza, due dipendenti che vivevano nella zona rossa di Codogno e che sono dovuti rimanere a casa perché era impossibile lasciare le proprie abitazioni.

Quali altre iniziative avete attuato?

Abbiamo deciso innanzitutto di tenere aperti i due spacci, pur con tutte le precauzioni del caso, per continuare ad offrire un servizio alla cittadinanza limitrofa, consentendo loro di continuare a fare la spesa nella vicinanza delle proprie abitazioni.
Con lo stesso spirito, per venire incontro a soci e dipendenti, abbiamo lanciato “Sos spesa”, un servizio di consegna a domicilio dei prodotti degli spacci ai nostri soci, ai nostri dipendenti e che è stata poi allargata anche ai clienti abituali dei nostri punti vendita.
Nei giorni della massima emergenza i soci di Santangiolina hanno raccolto la cifra di 15.000 euro che è stata donata all’Ospedale di Lodi per l’acquisto di respiratori.

Latteria Santangiolina
Una forma di Grana Padano dop MN 449.

In generale sento di poter dire, anche a nome di tutti i soci e i lavoratori della cooperativa, che siamo orgogliosi di far parte della filiera agroalimentare che in questo momento è tra le poche attive e che può dare un contributo fondamentale per superare il momento drammatico che stiamo vivendo.

Ultima domanda: come immagina il futuro per la cooperativa?

Io credo che noi abbiamo due asset formidabili. Il primo è quello dei nostri 245 soci allevatori professionali che presidiano il territorio tra Lombardia e Piemonte (abbiamo anche qualche allevatore che opera nella zona di Novara) e Veneto, allevatori che sono di fatto la principale garanzia di continuità per la nostra filiera. Il secondo asset è il gruppo di collaboratori e dipendenti Santangiolina, che lavorano con grande passione.
L’obiettivo che abbiamo davanti è quello di aumentare la quota di latte prodotta dai soci e trasformata: vorremmo arrivare come detto al 50% entro il 2022-2023, mantenendo efficienti le strutture produttive ma soprattutto riuscendo ad attivare collaborazioni strategiche e sinergie produttive con le nostre due aziende consociate per creare un cammino di crescita comune.

Una crescita che è anche la crescita dei vostri soci?

Proprio così. Se la cooperativa cresce, crescono anche i suoi soci. Santangiolina rimane una cooperativa aperta in ingresso e in uscita, che lavora solo per i propri soci. Non solo, noi vogliamo che i soci siano coinvolti nel progetto della cooperativa: chi sta in Santangiolina crede che proprio attraverso il modello cooperativistico possa poter veder crescere anche la propria azienda.


La cooperativa in pillole

Denominazione: Santangiolina Latte Fattorie Lombarde – Società agricola cooperativa.
Sede principale: a San Colombano al Lambro (Mi).
Tre stabilimenti produttivi: uno a Cereta di Volta Mantovana (Mn), per la produzione e stagionatura di Grana Padano dop; uno a Pandino (Cr), specializzato nella produzione di Formaggi molli Taleggio, Quartirolo, Salva Cremasco dop e formaggi di capra; uno a Ballabio (Lc) per la stagionatura di formaggi tradizionali e la produzione di burro.
Aziende agricole associate: 245, dislocate in diverse provincie della Lombardia e nelle provincie di Novara e Verona.
Dipendenti: 2 quadri, 13 impiegati, 50 operai, con l’età media 40 anni.
Produzione: nel 2019 ha raccolto 220mila tons di latte bovino e circa 1.000 tons di latte caprino, tutto da soci.
Fatturato: 106 milioni di euro.
Dirigenti: presidente Antonio Baietta, vicepresidenti Luigi Cattaneo ed Emilio Baietta, direttore generale Giorgio Fontana, direttore operativo Martin Sanna.
Sito web: www.santangiolina.com

Latteria Santangiolina sempre più grande - Ultima modifica: 2020-07-10T11:19:54+00:00 da Redazione Dairy