Dairy Summit, buona la prima

Una filiera di straordinaria importanza che spicca nel made in Italy agroalimentare. Non solo in termini di valore (15 miliardi di euro con quasi 3 miliardi di esportazioni), ma anche di valori: impegno, passione, storia di imprese di allevamento, trasformazione, distribuzione e, anche, integrazione sociale.
Ecco perché la prima edizione del Dairy Summit, gli stati generali del settore lattiero-caseario organizzati dal Gruppo Tecniche Nuove il 18 settembre a Milano, ha ottenuto l’attenzione del ministro delle Politiche agricole, Teresa Bellanova, che ha inviato ai partecipanti il suo saluto. “Anticipo già fin d’ora l’intenzione di convocare a breve la filiera lattiero-casearia al ministero per un momento di condivisione di obiettivi e azioni operative. Penso alla necessità di rafforzare i rapporti tra allevatori e trasformatori, anche attraverso lo strumento degli accordi e dei contratti di filiera. Al lavoro da fare sulla catena del valore, tramite il contrasto alle pratiche sleali con l’attuazione della direttiva europea che ha visto come protagonista fondamentale Paolo De Castro. All’opportunità annunciata dal commissario Hogan di un sistema europeo di trasparenza sui prezzi. Al tema rilevante della tracciabilità e dell’etichettatura d’origine che ha visto il settore lattiero italiano avanguardia nella trasparenza. Più informazioni si danno al consumatore, più si rende forte il rapporto con il produttore e su questa strada dobbiamo fare passi in avanti a livello europeo. Usando l’etichetta per avvicinare i consumatori, fornire loro elementi utili e non distorti, come nel caso delle etichette a semaforo”.

E di fronte a questi aspetti – e di molti altri, dalla sostenibilità alla catena del valore, dalla qualità 4.0 alla block-chain, dalla crisi dei consumi fino alla lotta all’italian sounding e alle fake news – il settore lattiero nazionale può e vuole fare sistema. Ecco perché i maggiori esponenti della filiera si sono riuniti al primo Dairy Summit. Assolatte, Assalzoo, Federalimentare, Federdistribuzione, ma anche ricercatori e dirigenti delle più importanti realtà della produzione e della trasformazione, cooperative agroalimentari e Consorzi di tutela, oltre a manager della gdo e rappresentanti di punta di Coldiretti, Confagricoltura e Cia Agricoltori italiani si sono succeduti sul palco per informare e stimolare i circa 300 operatori presenti. Per chi volesse approfondire le presentazioni e le videointerviste sono disponibili online.
Tutti d’accordo, poi, sulla necessità di comunicare meglio, non solo verso il consumatore, ma anche tra i vari anelli della filiera. Solo facendo conoscere in modo completo la qualità del prodotto caseario (dal punto di vista organolettico, nutrizionale ed etico), questo potrà ottenere la giusta valorizzazione da parte del consumatore.
Insomma, l’auspicato approccio di sistema deve prevedere investimenti su innovazione, ricerca, benessere animale, sostenibilità delle produzioni. E un nuovo modo di comunicare. Una serie di impegni che i giornalisti del Gruppo Tecniche Nuove riuniranno in una Carta del Latte da sottoporre alla filiera e che, come ha scritto nel suo messaggio, il ministro Bellanova «attende di ricevere con interesse».

 

Dairy Summit, buona la prima - Ultima modifica: 2019-09-24T14:58:58+00:00 da Redazione Dairy