Valorizzare la filiera lattiero-casearia italiana, la più sicura al mondo, e i suoi prodotti di eccellenza, dal latte ai suoi derivati. È questo il senso della campagna di comunicazione Verde Latte Rosso, ideata e realizzata dall’Alleanza Cooperative Agroalimentari proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica sul consumo dei latticini, dando informazioni corrette sull’importanza di questi alimenti per la nostra salute e per l’economia dei territori.
La filiera italiana del latte vale 15 miliardi di euro (2,7 il valore dell’export) e la metà del fatturato è generato dalle cooperative che detengono e trasformano il 70% della materia prima nazionale. In Italia sono consegnati 12 milioni di tonnellate di latte: circa il 18% è destinato alla produzione di latte alimentare fresco (11%) e UHT, il 50% circa alla produzione di formaggi Dop mentre il rimanente 39% è indirizzato ad altri usi industriali. Nelle principali Dop casearie la leadership va alle cooperative: 70% nel Parmigiano Reggiano e 63% nel Grana Padano; altissima anche la presenza di cooperative tra i produttori di Asiago Dop (65%) e Pecorino Romano Dop (60%).
“Il settore lattiero-caseario cooperativo rappresenta circa 600 imprese a cui aderiscono circa 20mila stalle che producono quasi il 70% della materia prima nazionale, ovvero 7 milioni di tonnellate di latte -ricorda il presidente di Alleanza Cooperative Agroalimentari, Giorgio Mercuri-. Si tratta di un comparto che contribuisce al sistema lattiero-caseario nazionale con un valore economico di 7 miliardi di euro: cifra che corrisponde al 50% del fatturato complessivo con un valore dell’export che ammonta a 560 milioni, pari al 45% del valore totale dell’export dei formaggi”.
Numeri importanti. Ma alla base del progetto di comunicazione Verde Latte Rosso ci sono anche altri presupposti: intanto rispondere a quella parte dell’opinione pubblica che ha stigmatizzato i prodotti lattiero-caseari come dannosi per la salute umana e accusato gli allevatori di non rispettare il benessere animale o, in generale, svilito le produzioni lattiero-casearie e il ruolo economico, ambientale e sociale degli allevatori e delle cooperative di trasformazione. Con il risultato finale che, da anni, in Italia si assiste alla drastica riduzione dei consumi di latte (il 30% in meno in sei anni).
Perché il progetto
“Proprio per affrontare questi attacchi, visto il ruolo e la responsabilità delle cooperative lattiero-casearie abbiamo deciso di investire importanti risorse in una importante campagna di comunicazione che potesse riposizionare il settore -spiega Mercuri-. Infatti, l’aumento degli intolleranti o di chi crede di avere un problema col latte, l’ascesa dei vegani e delle campagne diffamatorie nei confronti della categoria, oltre che il successo di prodotti alternativi, hanno aumentato in modo considerevole i dubbi sull’opportunità di consumare latte tout court. A questo si aggiungono le critiche che quotidianamente vengono mosse da una parte dell’opinione pubblica verso l’operatività dell’allevatore a cui viene contestato di trattare male gli animali. Nel tempo, quello che era considerato un mestiere nobile, ricco di principi e valori e che ha comportato una vita di sacrifici è stato riconsiderato in modo negativo. Il nostro progetto oggi si propone di ribaltare la situazione e restituire la dignità che gli allevatori e i loro prodotti meritano”.
Insomma, serviva una campagna che rimettesse al centro la forza della materia prima italiana e l’eccellenza del latte italiano che dà vita a oltre 400 tipologie di formaggi, di cui 53 Dop.
L’italianità, un tesoro da capitalizzare
Il pubblico a cui ci si rivolge il progetto è vasto, comprende infatti tutti i “consumatori di latte e formaggi”. Un target che ha un’età compresa tra i 25 e i 54 anni: parliamo di circa 30 milioni di persone. Ogni giorno, per dodici mesi, una redazione di professionisti preparerà un elaborato da pubblicare su tutte le piattaforme social media (Facebook, Instagram, ecc.), mentre i contenuti video saranno trasmessi su altre piattaforme quali Youtube. Gli argomenti saranno scelti in base a quello che le persone cercano e discutono online. Il piano editoriale digitale si svilupperà, quindi, su indagini web per cogliere gusti, tendenze, aspettative del pubblico con il quale intraprendere un dialogo continuativo.
“Non siamo chiamati a difendere il latte in generale come alimento in sé, ma a rilanciare il settore lattiero-caseario italiano -conclude Mercuri-. Un approccio che ci consente di rivendicare maggiori garanzie e rassicurazioni sulla filiera italiana, ma anche di capitalizzare su un tesoro culturale senza pari nel mondo”.
Le 21 cooperative aderenti al progetto
* Granarolo
* Soresina
* 3A Arborea
* Parmareggio
* Plac-Fattorie Cremona
* Trentingrana
* Lattebusche
* Latterie Vicentine
* Soligo
* Cooperlat
* Virgilio
* Ca De Stefani
* Venchiaredo
* Latte Maremma
* Santangiolina
* Piemonte Latte
* Pennar di Asiago
* * San Donato
* Consorzio Zootecnico
* Valsabbino
* Sant’Andrea