Sull’etichettatura del tenore di lattosio

I motivi che portano ad acquistare prodotti senza lattosio sono diversi. In alcuni soggetti l’intolleranza al lattosio è genetica e può essere sintomatica o asintomatica; in altri individui è temporanea. Ci sono poi soggetti costretti ad evitare qualsiasi prodotto a base latte perché allergici alle proteine del latte e alcuni che per motivi etici evitano l’assunzione di prodotti di origine animale.

L’offerta dei prodotti senza lattosio è altrettanto articolata: comprende prodotti privi di latte e derivati, adatti ad allergici alle proteine del latte e vegani.

Per quanto riguarda poi i prodotti senza lattosio, in Italia la definizione può essere apposta quando sussiste una quota residua di questo zucchero inferiore a 0,1 g per 100 g di prodotto.

Secondo Aili (Associazione italiana latto-intolleranti) tale residuo non sempre garantisce il benessere agli intolleranti. Pertanto il claim “senza lattosio” dovrebbe essere riservato sempre e solo ai prodotto con un contenuto di lattosio inferiore allo 0,01% di lattosio, mentre i prodotti con un residuo compreso tra 0,1% e 0,01% dovrebbero riportare il claim a “basso contenuto di lattosio”.

Aili ha proposto l’adozione del marchio internazionale Lfree declinato in tre varianti: le prime due, di colore azzurro, sono dedicate ai prodotti lactose free, naturally lactose free (entrambe con un residuo inferiore allo 0,01%); la terza, in verde, riguarda le referenze lactose and milk free.

Sull’etichettatura del tenore di lattosio - Ultima modifica: 2020-10-16T12:22:41+00:00 da Redazione Dairy