Calzolari: “Vi racconto cos’è lo sviluppo sostenibile per Granarolo”

I drastici cambiamenti affrontati dall’allevamento da latte stanno ridisegnando i profili dei principali distretti produttivi e il mondo agricolo potrà essere protagonista di questo processo solo se sarà consapevole del proprio ruolo strategico. Così la pensa Gianpiero Calzolari, presidente di Granarolo che, con un fatturato 2018 di oltre 1,3 miliardi di euro, si conferma uno dei principali player dell’agroalimentare nazionale.

“L’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile riveste una straordinaria importanza e impone decisioni responsabili da parte delle aziende alimentari e delle istituzioni attraverso interventi sistemici sulle filiere produttive -dice- Come Gruppo, vogliamo promuovere un’offerta alimentare di qualità, che sostenga la crescita dei produttori, preservando le nostre risorse naturali. Ma tutto ciò può essere raggiunto solo tramite leggi che favoriscano la durabilità dei prodotti e il loro mantenimento, insieme a una tassazione che non colpisca il lavoro, ma l’energia e i materiali utilizzati”.

Il nuovo obiettivo che Granlatte-Granarolo si è data per il triennio 2019/21 consiste nell’alzare lo standard portando tutte le stalle della filiera già certificate a punteggi di benessere animale superiori a 70/100, un punteggio che oggi è stato raggiunto da 336 stalle, il 63% del latte conferito. In parallelo si lavorerà con i veterinari aziendali per introdurre pratiche preventive e una gestione dell’uso dei farmaci orientata alla migliore efficacia terapeutica e alla riduzione degli stessi.

Intanto, nel 2018 Granarolo-Granlatte ha ottenuto la certificazione sul Benessere Animale in allevamento Csqa per tutte le stalle dei suoi 700 allevatori.

“Per raggiungere questi obiettivi –continua Calzolari– investiremo affinché i nostri allevatori siano sempre più parte attiva del cambiamento.

Granlatte ha già avviato una riflessione importante con i soci allevatori finalizzata a mettere a punto il proprio Piano Strategico partecipativo che vada verso la direzione di un’agricoltura 4.0 e una sostenibilità a 360°. Sostenibilità che parte dalla riduzione dell’impatto ambientale alla stalla e al benessere animale per arrivare alla riduzione del consumo di acqua e di energia”.

Ambizioso anche il secondo obiettivo: in tre anni Granarolo mira a ridurre di 3.787 tla CO2 equivalente. “Vale a dire il corrispondente dell’illuminazione annua di una città di oltre 54.700 abitanti -sottolinea il presidente del Gruppo felsineo-. Abbiamo previsto quattro distinte azioni: intanto, la drastica riduzione del peso degli imballaggi primari e secondari e l’uso di plastica riciclata sulle bottiglie di latte e sulle confezioni dei formaggi; poi, il recupero degli imballaggi del latte reso da mercato e la sperimentazione su materiali alternativi alla plastica”.Non solo. Granarolo intende anche creare meccanismi premianti con consumatori e retailer che possano incentivare la raccolta e il riciclo di plastica. “Abbiamo già attuato molte iniziative di riduzione del peso degli imballaggi in plastica primari e secondari di latte e latticini -aggiunge Calzolari-. A marzo abbiamo lanciato sul mercato la prima bottiglia di latte con il 20% di plastica riciclata, a giugno siamo arrivati al 25% ed entro fine anno arriveremo al 50% su tutte le bottiglie. È anche iniziato il recupero delle bottiglie in plastica rese dal mercato, prima destinate a termovalorizzatore o discarica. Sono in corso sperimentazioni su materiali alternativi. La vera sfida sarà coinvolgere i consumatori nella raccolta di plastiche alimentari che utilizzeremo per fare altre bottiglie, senza passaggi intermedi”.

Latte e derivati contribuiscono in larga parte allo spreco alimentare:tra il 4 e l’8% del venduto della categoria. Il prodotto ritirato dai punti di vendita, nel rispetto della catena del freddo, pur essendo ancora integro, può essere recuperato come sottoprodotto da indirizzare all’alimentazione animale. Granarolo ha avviato un piano anti-spreco lavorando in sinergia con istituzioni, clienti e consumatori. “L’obiettivo che ci siamo posti è il 10% in meno di resi da mercato italiano (stimando in 123mila t il reso da mercato di latte e latticini freschi in Italia) che corrispondono a 1.400 t in meno di CO2 equivalente. Stiamo allungando il periodo di vita dei nostri prodotti. Ora servono leggi che favoriscano la durabilità degli stessi, il loro mantenimento e una tassazione che non colpisca il lavoro, ma l’energia e i materiali utilizzati”. Senza dimenticare che il virtuoso processo competitivo di continuo miglioramento gioverà a tutte le parti interessate: consumatori, produttori, trasformatori e ambiente.

Calzolari: “Vi racconto cos’è lo sviluppo sostenibile per Granarolo” - Ultima modifica: 2020-04-14T09:00:53+00:00 da Raffaella Quadretti