Secondo il report “Tendenze. Lattiero-caseario” di Ismea appena pubblicato, nel corso del 2020, sulla scia di quanto verificatosi per l’intero comparto, anche le vendite lattiero-casearie sono risultate in netto rialzo rispetto a quanto verificatosi lo scorso anno (+8,6% nel periodo gennaio-agosto).
La dinamica positiva ha interessato tutte le referenze, a eccezione del latte fresco che ha trovato poco spazio nel carrello degli italiani anche durante l’emergenza Covid. Grazie alla shelf life elevata e alla possibilità di creare piccoli stock nella dispensa, il latte UHT è stato, invece, caratterizzato da una straordinaria crescita della domanda facendo registrare un incremento complessivo della spesa di oltre l’11% nei primi otto mesi dell’anno. A favorire questa tendenza, soprattutto nella fase di lockdown, è stata probabilmente anche la riacquistata abitudine di fare colazione tra le mura domestiche e la maggiore disponibilità alla preparazione di dolci casalinghi. Tali abitudini, rinsaldate anche da un crescente ricorso all’homeworking e, in generale, al maggior tempo trascorso in casa, sono state anche alla base dell’aumentata spesa per burro (+19%) e yogurt (+4,5%).
I formaggi hanno continuato a rappresentare la quota predominante in termini di spesa sul totale latte e derivati e, soprattutto i freschi e i duri, hanno evidenziato trend molto positivi della spesa nei primi otto mesi. La crescita dei quantitativi acquistati è risultata meno che proporzionale, segnale di un lieve incremento dei prezzi medi al consumo (+1,4% per i formaggi in totale) dovuto non tanto a un rialzo dei listini, ma piuttosto a un minore ricorso della leva promozionale.