Tutti pazzi per la burrata

È l’ultima tentazione dei foodies: con la sua fresca, voluttuosa e irresistibile “scioglievolezza” ha conquistato schiere di appassionati di tutto il mondo, dalla Scandinavia agli Stati Uniti, dal Giappone alla Francia. E anche in Italia non scherza: come spiega Assolatte, nel 2018 le quantità di burrata confezionata vendute nella Gdo sono cresciute del 17,5%, arrivando a superare le 2.100 tonnellate.
Considerando anche la burrata a peso variabile, Assolatte stima che l’anno scorso nella distribuzione moderna le vendite di burrata abbiano sfondato il traguardo delle 5.000 tonnellate per un giro d’affari di circa 56 milioni di euro. Numeri davvero importanti per un formaggio fresco tanto delicato e inimitabile.
«La burrata – spiega Assolatte – è l’ultimo fenomeno emerso nel panorama lattiero-caseario, la più recente eccellenza scoperta nel nostro patrimonio caseario e l’ennesimo caso di successo di un formaggio tradizione che le imprese casearie hanno saputo valorizzare, facendolo conoscere prima in tutta Italia, poi in Europa e quindi nel resto del mondo. Così oggi la burrata, deliziosamente golosa e succulenta, si può gustare a Tokyo come a New York, a Parigi come a Copenaghen, dove viene consegnata regolarmente dai produttori italiani».
E pensare che solo fino a pochi anni fa questa delizia era commercializzata e consumata praticamente solo in Puglia, la regione dov’è nata (in particolare sull’altopiano delle Murge). La produzione si è poi estesa anche in Campania e Basilicata, ma è solo dalla Puglia che arriva l’unica Burrata Igp, quella di Andria.
La burrata piace per il suo gusto rotondo, il suo sapore dolce e intenso e il suo cuore morbido che, a dispetto del nome, non ha niente a che fare col burro. Infatti, il suo cuore tenero e pastoso, racchiuso nell’involucro compatto di pasta morbida, è formato da stracciatella (ossia pasta filata sfilacciata) e panna.

Tutti pazzi per la burrata - Ultima modifica: 2019-04-18T11:04:20+00:00 da Redazione Dairy