Il Consorzio Provinciale che premia la qualità e punta al benessere animale

«Stiamo valutando se nel piano provinciale di pagamento qualità che approveremo per il 2020 sia già possibile introdurre qualche strumento per incentivare le aziende agricole a procedere con una loro valutazione sul benessere animale»

Il presidente del Consorzio Provinciale Zootecnico Giuseppe Capparotto. Allevatore, 62 anni, la sua azienda è situata nel comune di Albettone (Vi). È anche vice presidente del Caseificio cooperativo Ponte di Barbarano, la seconda per fatturato delle 16 latterie socie del Consorzio.

In un mondo in cui è più facile dividersi che unirsi, nella provincia di Vicenza opera da più di 40 anni un Consorzio Zootecnico che associa tutte le latterie sociali che operano nel territorio. Una provincia, quella di Vicenza, che oltre ad essere in cima alla classifica regionale è anche all’ottavo posto a livello nazionale per la produzione di latte in Italia, dopo le prime provincie di Lombardia ed Emilia Romagna.
Per conoscerne meglio la storia e le attività, abbiamo incontrato il presidente, Giuseppe Capparotto, che da tre anni è alla guida del Consorzio.

Presidente, quando comincia la storia del Consorzio Provinciale Zootecnico di Vicenza?

Il Consorzio è stato costituito nel 1974 dalle latterie cooperative della provincia di Vicenza. Prima erano qualcuna di più delle attuali 16, molte si sono raggruppate grazie a processi di fusione. Ma anche oggi, come 40 anni fa, nella compagine societaria del Consorzio sono presenti tutte le latterie cooperative che hanno sede sociale nella provincia di Vicenza, cooperative che rappresentano circa 600 allevamenti da latte bovino.

Un tecnico del Consorzio impegnato nel prelievo di campioni di latte per il pagamento a qualità.

A queste 16 cooperative si sono poi aggiunte negli anni, in qualità sempre di socie del Consorzio, 140 aziende agricole che vendono il loro latte ad artigiani o industriali sempre della zona.

In pratica gestite tutto il latte della provincia?

Sì, associando sistema cooperativo e aziende singole, diamo vita ad una concentrazione non di poco conto se pensiamo che il quantitativo di latte rappresentato dalle 600 stalle e dalle 140 aziende ammonta a 2 milioni di quintali, un latte destinato prevalentemente (per più del 50%) alla produzione di Grana Padano, Asiago, pressato e allevo, provolone e altri formaggi di nicchia caratteristici dei luoghi.

In che cosa consiste la vostra attività?

Cominciamo dalla parte più storica che ad oggi è ancora la più importante, il Servizio Latte Qualità che forniamo alle cooperative. Il Consorzio organizza il prelievo dei campioni di latte presso ogni azienda agricola, prelievo che avviene a sorpresa almeno due volte al mese: i prelievi vengono consegnati ai laboratori di analisi e, una volta ottenuti i risultati, si provvede ad elaborare i dati e a redigere un piano di pagamento che le cooperative utilizzeranno per remunerare i loro soci in base alla qualità del latte conferito.

Premiate la qualità del latte…

Le cooperative ci dicono, mensilmente o trimestralmente o semestralmente, a quanto ammonta la cifra da dividere tra i soci, e noi elaboriamo i dati sulla base di un piano qualità che viene deliberato dal Consiglio di amministrazione.

Una addetta amministrativa impegnata nell’elaborazione dati per il pagamento del latte a qualità

È il nostro Consiglio che raccoglie le varie osservazioni ed elabora una tabella, che viene utilizzata per pagare il latte in base alla qualità. Tutte le cooperative utilizzano la stessa tabella provinciale ed annuale, con piccole personalizzazioni o aggiustamenti che a volte qualche cooperativa può decidere di introdurre.

Quali sono i parametri del vostro piano qualità?

Il pagamento varia essenzialmente sulla base delle caratteristiche del latte (grasso e proteine) e dei contenuti igienico-sanitari (carica batterica e cellule). Ci sono poi aspetti che riguardano anche le spore e i coliformi, e l’eventuale contenuto di acqua (crioscopia). Premiamo chi produce con caratteristiche merceologiche e igienico-sanitarie migliori e diamo penalità a chi produce latte con caratteristiche più scarse.

Questa griglia che premia in base alle caratteristiche del latte ha portato nel corso degli anni a un progressivo miglioramento del latte consegnato?

Certo, il nostro è uno schema pensato proprio per migliorare la qualità del latte. C’è sicuramente un trend di miglioramento negli anni per quanto riguarda le proteine del latte. Le aziende hanno cercato di migliorare tutti i loro parametri attraverso l’alimentazione o la riduzione dei batteri nel latte.

State già inserendo parametri che riguardano il benessere animale?

Sul benessere animale abbiamo avviato a fine 2018 un ciclo formativo organizzato insieme con le latterie e con tutti i nostri 740 produttori di latte, in collaborazione con le Asl del territorio di Vicenza, il cui obiettivo è stato quello di formare i produttori in materia di igiene dei luoghi di produzione, di corretto utilizzo dei medicinali veterinari e in generale su tutti i concetti relativi al benessere animale. Le riunioni organizzate sul territorio della nostra provincia si sono concluse con il rilascio di un attestato di partecipazione.

E ora?

Adesso stiamo cercando di supportare i vari caseifici nella diffusione della valutazione delle aziende agricole per il benessere animale con il metodo Crenba. C’è da dire che i caseifici aderenti al Consorzio di tutela del Grana Padano sono più avanti, adesso stiamo cercando di coinvolgere anche tutto il resto della compagine sociale per una valutazione generale delle aziende con il Crenba.

Inserirete i parametri del benessere animale nel piano Qualità?

Stiamo valutando se nel piano provinciale di pagamento qualità che approveremo per il 2020 sia già possibile introdurre qualche strumento per incentivare le aziende agricole a procedere con una loro valutazione sul benessere animale, con conseguente miglioramento, lì dove sia necessario. Bisogna tener conto che al Consorzio aderiscono tanti allevamenti e piccole latterie ed è chiaro che quando introduciamo qualcosa in tabella dobbiamo essere sicuri che tutti siano in grado di aver fatto un minimo di percorso. Stiamo lavorando affinché tutti possano fare passi in avanti sul fronte del benessere animale. Vediamo se i tempi sono già maturi per inserire dei parametri nel 2020 o se occorrerà aspettare il 2021.

Per le aziende socie non cooperative che tipo di attività e servizi svolgete?

Il secondo grande ambito di intervento del Consorzio è quello rivolto non al mondo cooperativo, ma ai 140 soci singoli, che ci hanno delegato a negoziare e sottoscrivere il contratto di fornitura del latte. Mensilmente o ogni tre mesi ci troviamo con gli acquirenti e su loro mandato negoziamo il contratto.

Interni di una stalla del vicentino.

Il nostro sforzo è quello di raggruppare le 140 aziende singole in pochi grandi gruppi, così da poter aumentare la massa di prodotto disponibile. Invece di trattare singolarmente, insieme si ha maggiore dignità al tavolo delle trattative e si riesce ad avere un prezzo del latte alla stalla alle migliori condizioni del mercato.

Come mai sono diventate socie anche aziende non cooperative?

Perché si tratta di aziende, oggi regolarmente iscritte al libro soci del Consorzio, che quando è stato avviato il regime delle quote latte avevano bisogno di essere censite e seguite per alcuni servizi che riguardavano la questione delle quote.

Una volta associate, abbiamo puntato con determinazione all’obiettivo di una organizzazione dell’offerta del loro prodotto. Di fatto, adesso è il Consorzio che segue per conto loro la negoziazione e la sottoscrizione dei contratti di fornitura del latte.

Tra le attività svolte dal Consorzio ci sono altri servizi?

L’altro servizio che seguiamo per le 16 latterie socie è l’inserimento dei dati di produzione – in ottemperanza al Regolamento Comunitario 1308 del 2013, che prevede che gli acquirenti del latte debbano inserire nel Sian le quantità di latte che ogni produttore conferisce e il valore della materia grassa. Lo facciamo noi per tutte le cooperative socie con un’unica utenza.

Come vede il futuro per il consorzio?

La nostra mission sarà a mio avviso sempre più improntata sull’alleggerimento dei carichi burocratici in capo agli allevatori che noi vogliamo sempre più tutelare. T

ra benessere animale e la nuova ClassyFarm, se le aziende non hanno consorzi come il nostro che danno supporto tecnico è difficile districarsi. Io credo che l’allevatore debba lavorare in stalla e non in ufficio. Il mio intento è quello di sollevare gli agricoltori da queste incombenze e curare la parte burocratica.

Che prospettive vede per il settore latte?

Io penso che i prodotti di alta qualità non abbiano problemi per il futuro. Tutti possono imitarci ma noi abbiamo più qualità rispetto agli altri.

Come mai avete aderito alla campagna Verde Latte Rosso, promossa da Alleanza Cooperative Agroalimentari?

Abbiamo aderito alla campagna perché vogliamo valorizzare il prodotto che i nostri soci conferiscono, il latte italiano, che continua ad avere una marcia in più rispetto al latte estero.


La scheda della cooperativa

Denominazione: Consorzio Provinciale Zootecnico e Lattiero Caseario – Società cooperativa – Vicenza.
Anno di costituzione: 1974.
Soci: 16 cooperative e 140 aziende private.


Presidente: Giuseppe Capparotto.
Vice presidente: Vincenzo Dal Martello. Imprenditore zootecnico, ha un allevamento di vacche da latte a Vicenza ed è consigliere della principale latteria associata, Latterie Vicentine.
Direttore: Giancarlo Biscotto.
Fatturato: 683 mila euro.
Sito web: http://www.consorziozootecnicovi.it/
Dipendenti: il direttore, un tecnico, un’addetta amministrazione.
Consiglio di amministrazione: 10 membri in rappresentanza delle latterie, 3 in rappresentanza delle aziende agricole socie dirette.


Le 21 cooperative di “Verde Latte Rosso”

Questo è il quinto articolo che IZ dedica alle cooperative lattiero-casearie riunite nell’Alleanza Cooperative Agroalimentari che hanno promosso e finanziato la campagna di comunicazione Verde Latte Rosso, con l’obiettivo di raccontare l’eccellenza del latte italiano e delle sue produzioni di qualità.
Nei quattro numeri scorsi dell’Informatore Zootecnico sono stati pubblicati report sulla Latterie Plac di Cremona, sulla TreValli Cooperlat di Jesi, su Arborea e su Ca’ de’ Stefani. Ora dunque è la volta del Consorzio Provinciale Zootecnico di Vicenza; seguiranno gli altri articoli monografici.


Ecco l’elenco completo delle cooperative (l’ordine di pubblicazione potrebbe variare).
Plac Fattorie Cremona
TreValli Cooperlat
Latte Arborea
Ca’ De’ Stefani
Consorzio Provinciale Zootecnico e Lattiero-caseario, Vicenza.
Granarolo
Latte Maremma
Lattebusche
Latterie Vicentine
Parmareggio
Pennar di Asiago
Piemonte Latte
San Donato
Sant’Andrea
Santangiolina
Soligo
Soresina
Trentingrana
Valsabbino
Venchiaredo
Virgilio

Il Consorzio Provinciale che premia la qualità e punta al benessere animale - Ultima modifica: 2020-07-08T08:52:48+00:00 da Redazione Dairy