Formaggi stagionati, crescita stabile per il settore industriale

Uno dei settori tradizionali dell’identità agroalimentare. Forse il più vario a livello regionale nelle tipologie e nei sapori. Assaggiare le diverse forme del latte più o meno stagionato della nostra penisola è come fare un vero e proprio viaggio lungo tutta l’Italia. Il settore formaggi sta crescendo costantemente in Italia grazie a due vettori, l’innovazione di prodotto (salutistici, erborinati, riscoperte della tradizione, Dop) e la quota sempre più rilevante e in crescita dell’export. Nei 10 anni fra il 2006 e il 2016 il volume delle esportazioni di tutte nostre specialità lattiero-casearie è quasi raddoppiato: +92%. Grazie ai suoi prodotti l’Italia si piazza fra i primi dieci esportatori mondiali del settore, tra i Paesi che detengono il 72% di un mercato da 24 miliardi di euro l’anno (dati ricerca Agrifood Monitor del 2017).

E-nhance propone una lettura del settore dei formaggi stagionati attraverso i bilanci delle società che lo compongono. Per il nostro campione il valore della produzione cresce significativamente nel 2017 del 8% sull’anno precedente. La crescita è legata sia ai volumi che al mix di valore dato da una composizione che spinge sempre più verso i prodotti Dop, soprattutto gli stagionati. Il mercato è molto vario e premia la solidità della tradizione, ma anche la capacità di innovare e proporre nuovi gusti e nuove forme. L’export è comunque il vero motore di crescita del settore grazie alla conquista di aree geografiche come la Cina e il Giappone che sempre più sono aperte all’importazione dei prodotti italiani.

Passando ai dati finanziari di sintesi il settore presenta degli economics molto stabili nel tempo con marginalità di filiera abbastanza contenute. L’Ebitda si assesta al 6% e l’utile netto risale al 2,8% dal 2,6% degli anni precedenti. Chiaro che sono margini abbastanza contenuti, tipici del settore, legati a costi significativi della materia prima (il latte) e della manodopera necessaria alla lavorazione. Questo livello medio di marginalità può creare difficoltà alle aziende meno efficienti e premia chi lavora meglio. Il prezzo della materia prima è determinante e possono crearsi tensioni molto forti lungo la filiera. Le aziende più integrate sul territorio riescono a gestire meglio queste tematiche. Il debito finanziario del settore è importante, ma non eccessivo assestandosi al 35% del capitale. La maggior parte della struttura finanziaria è patrimonializzata (65%).

Il settore è molto frammentato e regionalizzato con la maggioranza delle aziende (il 41%) che hanno una dimensione compresa tra i 10 e i 25 milioni di €. Vi sono comunque imprese nazionali e internazionali di grande dimensione (5 oltre i 250 mln di euro e altre 12 aziende sopra ai 100 mln) che rendono la concentrazione a valore del settore abbastanza elevata: 12 aziende fanno il 50% del valore. Fra le aziende top di rilevanza nazionale e internazionale riconosciamo subito i marchi più importanti e noti in Italia (Galbani, Zanetti, Parmareggio, cui aggiungere Granarolo, protagonista anche nell’ambito dei prodotti stagionati e semistagionati).

Il leader in termini di dimensioni produttive specializzate è chiaramente Galbani del Gruppo francese Lactalis con quasi 800 milioni di ricavi nel 2017, che nasce da una serie di acquisizioni di diversi importanti brand italiani (Cademartori e Invernizzi dapprima) dell’azienda tra gli anni ’90 e 2000, culminati nell’acquisto proprio di Galbani nel 2006. L’acquisizione di Nuova Castelli è di questo ultimo semestre. Nel campione di analisi non abbiamo inserito altri due rami d’azienda commerciale e logistico che vanno a comporre il composito schema aziendale di Galbani (questo per evitare sovrapposizioni parziali di ricavi e costi). Sicuramente il colosso francese (leader mondiale del settore caseario) ha consolidato in Italia una posizione fortissima grazie a un meccanismo distributivo di starordinaria capillarità e a investimenti importanti su alcuni dei brand di formaggi a più alta notorietà in Italia e nel mondo.

Nel 2017 le prime 10 aziende per dimensione di vendite coprono il 47,0% del settore, (46,4% l’anno precedente). La concentrazione è quindi elevata e tende ad aumentare nel tempo. I ricavi di vendita del settore crescono dell’8,6% nel 2017. Il dato positivo è comune per tutte le aziende più importanti del settore anche se chiaramente i trend sono differenti per ciascuna azienda. I Top Five crescono del 9,7% e ancor più i Top Ten; 10,1%. Le crescite più importanti a doppia cifra in particolare per aziende come Colla (molto forte sull’Estero) Brazzale e Zarpellon.

Approfondiamo come al solito l’analisi sulle aziende suddividendole nei cluster di aggregazione competitiva dell’indicatore sintetico di competitività proposto CompScore proposto da E-nhance basato sulla ponderata dei fattori di confronto nel settore (dimensione, crescita, margine, ritorno sul capitale, solidità finanziaria, efficienza del lavoro), basati sulla comparazione relativa delle aziende in base ai dati medi di settore. In questo modo possiamo evidenziare lo stato di salute competitivo generale. Non vi sono nel settore aziende “eccellenti” ma nemmeno “critiche”, che si stacchino in modo considerevole dalle altre. Piuttosto vi sono molte aziende che hanno indicatori sicuramente positivi o sopra media e numerose aziende sotto media. In sostanza c’è una certa “compattezza” del settore dei formaggi stagionati. Un settore tradizionale, molto legato ai costi della materia prima e alla manodopera e quindi con strutture di conto economico abbastanza caratteristiche. L’export sta supportando e alimentando la crescita del settore e sicuramente premia alcune aziende più capaci di interpretare le opportunità globali, e di proporre i formaggi italiani in tutto il mondo. Non è necessario essere una “multinazionale” come Lactalis. Ci sono esempi di successo all’estero anche di aziende tipicamente regionali (vedi esempio successivo di Colla).

Nel “podio” indicato dal nostro indicatore sintetico di competitività delle aziende del settore trovamo tre aziende molto diverse per dimensioni caratteristiche e strategie. Al secondo posto troviamo Galbani, che continua ad essere un chiaro riferimento dimensionale del settore ma che dimostra anche ottimi numeri dal punto divista di solidità finanziaria (non è una sorpresa potendo contare sulle spalle larghe di Lactalis) e una marginalità ai massimi livelli del mercato. La solida impalcatura distributiva (rete di furgoni brandizzati) e i forti investimenti di marketing sui diversi brand sono gli elementi che caratterizzano il successo di Galbani. Al terzo posto si piazza Colla azienda storica di Piacenza che è un ottimo esempio del sistema dei consorzi italiani produttori di Grana e Parmigiano, due dei formaggi più apprezzati in Italia e all’estero che ha cavalcato con successo negli ultimi anni l’internazionalizzazione pur conservando la propria caratteristica di produttore specializzato di marca privata per le grandi aziende di distribuzione Food. Oggi ca il 40% della produzione va all’estero e questo ha garantito maggiori volumi, migliore efficienza delle risorse impiegate e conti in ordine.

L’azienda del settore cui nel 2017 CompScore assegna la performance competitiva più elevata è Biraghi, di Cavallermaggiore, nel Cuneese.

Specializzata nella produzione di formaggio stagionato pronto agli usi, Biraghi ha inventato i “Biraghini”, i cubetti di formaggio stagionato che oggi, accanto alle confezioni di grattugiato, rappresentano i prodotti di punta dell’azienda piemontese, distribuiti sull’intero territorio nazionale. La strategia evidente e caratteristica dell’azienda è quella di puntare su aspetti di servizio del prodotto che hanno portato ad essere un leader fortissimo nel confezionato pronto all’uso e la continua innovazione (confezioni richiudibili) ha consentito il mantenimento di quote elevate nonostante la concorrenza si sia mossa su un terreno di grande valore aggiunto.

Nel 2016 l’azienda ha fatto investimenti importanti (10 mln €) per ampliare la produzione e questo ha consentito di cogliere risultati significativi di crescita

mantenendo però nel contempo estremamente saldi i kpi finanziari di redditività e migliorando ulteriormente l’efficienza del lavoro dell’azienda

La marginalità di Biraghi è molto elevata (Ebitda al 14,2% rispetto al 6% del settore e Utile netto all’8,2% rispetto al 2,8% del settore) e inoltre in crescita costante negli anni. Questo gap positivo della marginalità Biraghi deriva proprio dalla strategia produttiva e di branding che ha puntato sul maggior livello di servizio (porzionato/grattugiato, snack, pronto all’uso, richiudibile, ..) del prodotto offerto. E questo ha consentito un premium pricing significativo.

Una nota su Granarolo

Granarolo nelle analisi di E-nhance rientra primariamente nell’ambito del competitive positioning score di Latte e di Yogurt. Ma è anche produttore importante di formaggi sia freschi, sia stagionati e duri. Con un valore di produzione superiore al miliardo di euro nel 2017, un ebitda di 43,1 mln € (4,3%), un Ebit di 16,9 mln € (1,7%) è tra le aziende di riferimento nel mercato dei formaggi freschi (2°). Si presta al conferimento di 700 allevatori per oltre 8 milioni di quintali di latte lavorato annualmente.

Maurizio Bonfante

Formaggi stagionati, crescita stabile per il settore industriale - Ultima modifica: 2020-03-12T09:00:14+00:00 da Redazione Dairy